Trapizzino è sicuramente sempre la scelta giusta, permette di provare cose nuove e diventa un qualcosa di straordinario con il gusto che va oltre l’immaginazione.
Se non sapete cosa fare non potete mancare di provare un finger food di grande qualitĂ e che vi farĂ dimenticare tutto il resto.
La parola stessa con cui si chiama questo locale fa capire, in parte, a cosa ci troviamo di fronte, anche se assaggiandolo vi renderete conto che prima non avevate fatto proprio niente. Si tratta di una fusione tra tramezzini e pizza, un tramezzino aperto da un solo lato fatto con la pasta della pizza. Una trovata geniale che ci porta poi a mangiare anche altri splendidi elementi.
Questo perché è condito da tutte specialità romane o almeno era così in origine. Si parla di pollo alla cacciatora, picchiapò, lingua e salsa verde, coda alla vaccinara, polpette, ma anche altri particolari molto interessanti e più moderni come burrata e alici del cantabrico oppure lo zighini.
Senza dimenticare splendidi supplì che vanno da gorgonzola e radicchio a quelli alla carbonara, dai classici al vegetariano riuscendo sempre e comunque a fare centro nel cuore di chi li assaggia.
L’idea del Trapizzino viene da molto lontano, da vent’anni fa quando nel 2005 Stefano Callegari apre una pizza al taglio a Testaccio nel cuore di Roma. Si chiama 00100 che è il Codice postale di Roma e che insieme fornisce anche un omaggio alla farina 00.
Da questa passione però piano piano arrivano novità e trasformazioni che rivoluzionano anche quel modo di fare cucina per arrivare a risultati molto interessanti. Così vola il Trapizzino anche grazie all’incontro tra Callegari e Paul Pansera e nel 2013 nasce il marchio. Ci mette poco a raggiungere un risultato straordinario tanto da arrivare nel tempo in giro per l’Italia ma anche nel mondo.
Lo trovate infatti a Roma in sei sedi, ma anche a Latina e Ladispoli, a Firenze, Milano, Trieste, Torino e New York. L’obiettivo con cui nasce è quello di avvicinare i giovani a una cucina ormai in parte dimenticata ma che qui si vuole ricordare con il cuore.
Una tradizione che va oltre il cibo e che riesce ad appassionare generazioni di persone e che ha ancora una grande strada verso il futuro che permetterà a questo magico piatto di finger food di espandarsi ancora. Perché diciamolo chiaramente, dopo che l’hai assaggiato ne vorrai sicuramente un altro e un altro ancora.
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